Una guida alla conformità in materia di lavoro forzato: comprendere le vostre responsabilità


    Nell'ultimo anno la conformità in materia di lavoro forzato è diventata notevolmente più complessa poiché la Customs and Border Protection (CBP) degli Stati Uniti ha aumentato il proprio impegno per ridurlo attraverso l'applicazione dell'Uyghur Forced Labor Prevention Act (UFLPA) del 2021.

    Il 21 giugno 2023, la CBP ha raggiunto il traguardo di un anno di implementazione dell'UFLPA, la quale "stabilisce una presunzione confutabile che qualsiasi merce prodotta in tutto o in parte nella regione autonoma uigura dello Xinjiang (XUAR), in Cina, o da determinate entità, non possa essere importata negli Stati Uniti ai sensi del titolo 19 dell'U.S.C. sezione 1307". Si tratta di un'espansione significativa delle leggi sul lavoro forzato che interessa gli importatori e le merci spedite negli Stati Uniti.

    Dall'implementazione avvenuta nel 2022, la CBP ha sottoposto a fermo 5.059 spedizioni per un valore di 1,746 milioni di dollari (USD). Di queste spedizioni, 1.733 sono state respinte e 2.070 sono state rilasciate. I principali Paesi di origine delle spedizioni sottoposte a fermo sono stati la Malesia, il Vietnam e la Cina, mentre i settori maggiormente coinvolti comprendono, tra gli altri, quelli dell'elettronica e dell'abbigliamento, il settore calzaturiero, quello tessile, quello industriale e quello dei materiali per la produzione. La CBP ha reso disponibile una nuova dashboard interattiva per i dati statistici relativi all'UFLPA che fornisce ulteriori dettagli.

    Con la questione del lavoro forzato sottoposta ad un tale controllo, gli importatori devono comprendere le loro responsabilità quando si tratta di verificare i fornitori per quanto riguarda il lavoro forzato, per evitare potenziali sanzioni e spese aggiuntive in caso di non conformità.

    Per lavoro forzato si intende l'attività di estrazione, realizzazione o fabbricazione di prodotti in una località dove sono in vigore pratiche lavorative illegali come il lavoro in schiavitù o il lavoro minorile.

    L'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha identificato i segnali più comuni che potrebbero indicare che venga utilizzato il lavoro forzato:

    • Isolamento
    • Inganno
    • Sottomissione per debiti
    • Straordinari eccessivi
    • Trattenute sul salario
    • Sfruttamento della condizione di vulnerabilità
    • Intimidazioni e minacce
    • Limitazione del movimento
    • Violenza fisica e sessuale
    • Trattenuta dei documenti di identità
    • Condizioni di lavoro e di vita vessatorie

    Oltre all'UFLPA, che è specifico per la Cina, se una qualsiasi parte delle vostre merci, qualunque sia il Paese di origine dal quale l'avete importata, è stata ottenuta tramite lavoro forzato, indipendentemente da dove nell'ambito della vostra supply chain, le vostre merci potrebbero essere sottoposte a fermo o sequestro con un Withhold Release Order (WRO), ovvero un Ordine di blocco del rilascio, o a causa di un Finding, ossia un Rilievo. Considerando l'anno fiscale 2023 della CBP, fino a giugno sono state bloccate 3.455 spedizioni per azioni esecutive o di controllo relativamente ai WRO ed ai Rilievi, mentre le sanzioni comminate sono state 5.

    Le spedizioni vengono identificate dalla CBP in base ad una serie di indicatori, tra cui il tipo di merce, la sua origine, il nome del produttore ed il suo codice postale. Consultate l'elenco attivo dei prodotti e dei Paesi oggetto dell'attività della CBP sul suo sito web.

    Cosa sono i Withhold Release Orders (WRO), ossia gli Ordini di blocco del rilascio?

    Un WRO viene emesso dalla CBP nei confronti di un produttore estero quando c'è il ragionevole sospetto che sia stato utilizzato il lavoro forzato per realizzare il prodotto importato. Attualmente, sono 52 i WRO emessi nei confronti di produttori stranieri per vari prodotti. Nel 2023, è stato emesso 1 nuovo WRO.

    Se per il prodotto importato è stato emesso un WRO nei confronti del produttore, l'importatore ha due opzioni: riesportare la merce o contestare i Rilievi. L'importatore ha 90 giorni di tempo per farlo prima che la CBP sequestri il carico.

    Per contestare il WRO, l'importatore deve dimostrare che il carico in questione non è stato prodotto con il lavoro forzato. Di conseguenza, sono necessarie prove sufficienti per dimostrare l'ammissibilità del prodotto da parte del produttore per ogni specifica spedizione. Per l'ammissibilità, un importatore ha tre mesi di tempo per dimostrare che la merce sottoposta a fermo non è stata prodotta con il lavoro forzato.

    L'importatore deve inoltre dimostrare che il fornitore non è incluso nel WRO né è ad esso collegato. La documentazione di supporto deve essere presentata in modo che sia chiara e concisa affinché la CBP possa esaminarla rapidamente e con facilità.

    Comprendere le azioni relative ai Rilievi

    Nei confronti di un produttore estero può anche essere intrapresa un'azione relativa ad un Rilievo. Ciò si verifica quando la CBP stabilisce che esiste un fondato motivo per ritenere che nella produzione di una specifica merce importata sia stato utilizzato il lavoro forzato.

    All'arrivo negli Stati Uniti, il carico viene sottoposto a sequestro da parte della CBP e viene trattato come un'importazione vietata ai sensi del titolo 19 dell'U.S.C., sezione 1307. Non vi è alcuna possibilità di esportare la merce oggetto di un Rilievo. L'importatore ha 30 giorni di tempo per fornire prove sufficienti a dimostrare che le merci sono ammissibili per la CBP.

    Con l'implementazione dell'UFLPA, la CBP ha fornito delle risorse alla comunità degli importatori commerciali per aiutarli a monitorare il rischio di utilizzo del lavoro forzato nelle supply chain. Queste risorse includono l'UFLPA Entity List (l'Elenco delle entità segnalate nell'UFLPA), l'UFLPA Region Alert (l'Avviso relativo alla regione in base all'UFLPA) e la guida operativa della CBP per gli importatori.

    1. Elenco delle entità segnalate nell'UFLPA

    Nell'Elenco delle Entità segnalate nell'UFLPA pubblicato sul suo sito web, la CBP fornisce i nomi delle entità nello Xingang che estraggono, producono o fabbricano integralmente o in parte beni, prodotti, articoli e merci sfruttando il lavoro forzato, con la data effettiva in cui sono state aggiunte a tale elenco.

    Come richiesto dal Congresso, la Forced Labor Enforcement Task Force (FLETF), ossia la task force che si occupa dell'applicazione della legge contro il lavoro forzato, ha recentemente aggiornato la sua relazione annuale aggiornando l'Elenco delle entità e le risorse. Questa risorsa evidenzia anche i settori ad alta priorità ed il piano di applicazione dell'UFLPA nell'ambito di tali settori. Consultate gli aggiornamenti completi nell'Homeland Security Report to Congress (Rapporto sulla sicurezza nazionale al Congresso) del 26 luglio 2023.

    2. UFLPA Region Alert (Avviso relativo alla regione in base all'UFLPA)

    Nel dicembre del 2022 la CBP ha incrementato il livello di applicazione dell'UFLPA prendendo di mira specificamente i produttori della regione dello XUAR, richiedendo il loro codice postale al momento dell'ingresso della merce negli Stati Uniti. L'Avviso relativo alla regione in base all'UFLPA prevede "di notificare agli importatori, ed a coloro che li rappresentano, le merci che potrebbero essere state prodotte nella regione autonoma uigura dello Xinjiang (Xinjiang o XUAR) e che possono essere escluse dall'importazione negli Stati Uniti".

    3. Guida operativa della CBP per gli importatori

    Questo documento di orientamento spiega il processo di importazione e l'applicazione dell'UFLPA, come richiedere un'eccezione alla presunzione confutabile ed il tipo e la natura delle informazioni che possono essere richieste dalla CBP.

    La CBP emetterà una  Notifica di fermo, di esclusione o di sequestro nei confronti dell'importatore registrato se il carico viene trattenuto a causa dello sfruttamento di lavoro forzato o ai sensi dell'UFLPA. A questo punto, l'importatore ha 30 giorni di tempo per richiedere un'eccezione alla presunzione confutabile dell'UFLPA e fornire prove chiare e convincenti che le merci non sono state estratte, prodotte o fabbricate, in tutto o in parte, con il lavoro forzato, non sono state prodotte nella regione dello Xinjiang o da un fornitore che compare nell'Elenco delle entità. L'importatore può richiedere una proroga fino a 90 giorni, che deve essere approvata dalla CBP. Per le notifiche di esclusione o di sequestro, l'importatore dovrà seguire la procedura amministrativa di impugnazione della CBP o la procedura di istanza, come indicato nei regolamenti. Per indicazioni più specifiche, consultate la Guida operativa sull'UFLPA per gli importatori.

    Gli importatori devono esaminare attentamente le linee guida per gli importatori della CBP, l'indice esemplificativo e le buone prassi per il riesame dell'applicabilità. La CBP si aspetta che la documentazione fornita dall'importatore le permetta di esaminarla con ordine e facilità.

    Per evitare le spese di stoccaggio, controstallia e fermo nel porto di ingresso e presso il vettore, l'importatore deve presentare una richiesta alla CBP presso lo stesso porto chiedendo l'approvazione dello spostamento delle spedizioni sottoposte a fermo in una struttura gestita dalla dogana presso tale porto, fino al completamento della valutazione e della determinazione dell'ammissibilità. La CBP non permette di spostare le merci in una zona economica speciale (ZES).

    La conformità in materia di lavoro forzato non è solo una legge degli Stati Uniti. Anche altri Paesi, tra cui il Canada, l'Australia, il Regno Unito e l'Unione Europea, stanno modificando sempre di più le leggi per combattere il lavoro forzato.

    Rimanere conformi aiuta ad evitare il fermo o il sequestro del carico, le sanzioni e le relative spese. Iniziate comprendendo qual è il vostro ruolo e quali sono le vostre responsabilità in materia di leggi contro il lavoro forzato. Seguite questi passaggi per preparare al meglio la vostra azienda:

    1. Organizzate e formate il vostro team interno

    Assicuratevi le competenze di diverse aree della vostra azienda, tra cui quelle che si occupano di dogana e conformità, aspetti legali, approvvigionamento, sicurezza e logistica. Esaminate il vostro codice etico, gli ordini di acquisto ed i contratti per assicurarvi che impongano ai fornitori di rispettare le leggi contro il lavoro forzato. Utilizzate tutte le risorse disponibili per formare il vostro team ed i vostri fornitori. A seconda delle merci che importate e della complessità della vostra supply chain, potreste anche prendere in considerazione di rivolgervi ad un consulente commerciale che abbia esperienza nel settore in cui operate.

    2. Effettuate un audit dei fornitori e dei produttori della vostra supply chain

    Predisponete un questionario basato sugli indicatori di lavoro forzato dell'ILO e delineate il processo di fabbricazione dei vostri prodotti. Se durante questo processo vi accorgete che ci sono dei segnali di allarme, discutete con il vostro fornitore su come porrà rimedio a questa situazione. Potete anche utilizzare il sito web Comply Chain del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti. Assicuratevi di avere un registro completo dei produttori da cui effettuate le spedizioni esaminando i vostri dati presenti nell'ambiente commerciale automatizzato (ACE).

    Per identificare le aziende che operano nella regione uigura, la Sheffield Hallam University mette a disposizione un database gratuito che potete scaricare. Confrontate l'elenco dei vostri fornitori e subfornitori con questa risorsa per valutare il rischio.

    3. Effettuate un esercizio che preveda il tracciamento o la mappatura della supply chain

    Comprendete meglio i rischi della vostra supply chain relativamente all'utilizzo del lavoro forzato effettuando un esercizio che prevede il tracciamento della supply chain stessa. Ciò richiede di tracciare tutte le parti coinvolte e gli input della supply chain, dall'origine alla distribuzione. Iniziate elencando le entità coinvolte in ogni fase della produzione delle merci. Il documento Operational Guidance for Importers della CBP, ossia la sua Guida operativa per gli importatori, include esempi di come potrebbe essere relativamente alla supply chain di un importatore.

    Per identificare le aziende che operano nella regione uigura, la Sheffield Hallam University mette a disposizione un database gratuito che potete scaricare. Confrontate tutte le entità che avete identificato nell'ambito della vostra supply chain con questa risorsa per valutare il rischio.

    4. Utilizzate la tecnologia per aiutarvi a tracciare la supply chain

    Nel marzo del 2023, la CBP ha tenuto un evento tecnico di un giorno sul lavoro forzato per aiutare il settore a comprendere meglio come la tecnologia possa aumentare la trasparenza della supply chain nell'identificazione dei beni prodotti utilizzando questa forma di sfruttamento. Guardate le registrazioni di questa giornata di formazione e controllate le biografie dei relatori online.

    5. Create una procedura per l'implementazione ed il monitoraggio della conformità

    Impostate una routine su base continuativa per aiutare ad assicurare la conformità ed a monitorarla. Analizzate le merci che importate sulla base dei WRO e dei Rilievi attivi e dell'Elenco delle entità segnalate nell'UFLPA.

    Quando un nuovo produttore o un nuovo prodotto vengono introdotti nella vostra supply chain, assicuratevi che il processo di implementazione e di revisione includa la conformità in materia di lavoro forzato. Consultate la Guida operativa sull'UFLPA per gli importatori realizzata dalla CBP per informazioni più dettagliate su come iniziare.

    Se scoprite che nella vostra supply chain viene utilizzato il lavoro forzato, dovete mettere in atto azioni correttive immediate per fornire protezione ai lavoratori e sradicare lo sfruttamento di questa pratica.

    6. Rivedete i requisiti del partenariato commerciale doganale contro il terrorismo (CTPAT)

    Se la vostra organizzazione è certificata CTPAT, assicuratevi di essere aggiornati per quanto riguarda le procedure documentate sulla conformità in tema di lavoro forzato, come previsto dai Criteri minimi di sicurezza.

    Uno dei vantaggi di far parte del CTPAT per quanto riguarda la conformità commerciale è che gli importatori possono richiedere una revisione accelerata della documentazione al Centro di eccellenza della CBP assegnato alla dichiarazione doganale. Per ulteriori informazioni, consultate queste risorse:

    Il sito web della CBP fornisce risorse ed informazioni utili sul lavoro forzato, in inglese, tra cui:

    È il momento di assicurarvi di essere conformi in tema di lavoro forzato

    Apportate le modifiche necessarie in modo proattivo per ridurre il rischio potenziale ed evitare sanzioni relative all'utilizzo del lavoro forzato.

    Poiché i temi relativi al commercio internazionale si modificano in continuazione, rimanete aggiornati con i tempestivi aggiornamenti degli Approfondimenti su commercio e tariffe.

     

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    https://www.chrobinson.com/it-it/resources/resource-center/guides/forced-labor-compliance/